Repertorium Pomponianum

Pietro Leoni (Cinzio da Ceneda)

Nasce probabilmente nel novembre del 1452, muore poco prima del 15 agosto 1516

Maestro, commentatore dell'Eneide

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Rapporti con Pomponio e i Pomponiani

Cinzio da Ceneda frequenta a Roma, nel periodo dal 1468 al 1473-74, la scuola di Pomponio Leto, dal cui magistero dipendono la sua formazione culturale e il gusto per la poesia.

La sua presenza nella cerchia di Pomponio Leto è affidata prevalentemente a memorie poetiche (Carsarsa 2001a): i suoi amori giovanili sono rammentati infatti da Settimuleio Campano, morto nel 1469 poco dopo la scarcerazione, nell'epigramma ad Aulo Basso («Postquam formosus Tuscis aestivat in oris/ Cynthius et fruitur candidiore polo,/ immemor est nostri, non illi cura suorum,/ Lethaeas pleno gutture potat aquas». Da quando il bel Cinzio trascorre l'estate sulle coste della Toscana e gode di un cielo più luminoso, immemore di me e non preoccupato dei suoi amici, beve a piena gola le acque di Lete. Cfr. Campano 1993-94, 142).

Allo stesso ambito di Pomponio riconduce l'Elegia extemporanea ad Cynthium Cenetensem poetam clarissimum di Amaseo, scritta quando la fama di Cinzio era ben consolidata («Petre Leo, Ausonii decus admirabile plectri,/ factus es, en, Cenetae gloria summa tuae,/ ... /. Ecquis enim cantus spernat, doctissime Cynthi/ Petre, tuos? Solida es qui Petra vique Leo,/ cui Cynthi nomen, Laeto duce et auspice Laeto,/ collegio vatum iudice, Roma dedit». O Pietro Leoni, onore meraviglioso della poesia italica, ecco sei diventato somma gloria della tua Ceneda... Chi mai infatti, o dottissimo Pietro Cinzio, potrebbe disprezzare le tue poesie? Tu che sei solida pietra e leone per la forza, tu al quale Roma impose il nome di Cinzio, guida e patrono Leto, arbitro il collegio dei poeti, Casarsa 2006, 83).

La cerchia di giovani talenti richiamati a Roma dal fascino del grande maestro fa inoltre da cornice all'investitura poetica di C. nell'elegia di Marcantonio Sabellico intitolata In primos toros Cynthii Cenetensis et Florae coniugis (Casarsa 2006, 81-89), laddove si celebra l'unione di C. con la Poesia, alla presenza di Pomponio Leto, Callimaco Esperiente, e di Lidanico e Crispo due sodali non identificati («Mox hic barbiton expedit Sabinus,/ doctus Callimachus Lydanicusque/ et Crispus celeri ferox iambo». Ora qui Sabino [scil. Pomponio Leto] tocca la cetra, il dotto Callimaco [scil. Filippo Buonaccorsi] e Lidanico e Crispo valente col giambo ritmico).

Gli amici che intrecciano lodi iperboliche su C. tacciono però sul suo commento all'Eneide, tràdito dal codex unicus R 13 sup. della Biblioteca Ambrosiana di Milano, vergato nel 1478 da Simone Callimaco, originario di Fonticoli. Da quell'esemplare è tratta l'edizione parziale del 1835 a cura di A. Mai (cfr. Cinzio 1835a, 321-94), e, dieci anni più tardi, quella completa di G.M. Dozio (cfr. Cinzio 1845). Nessuno studioso mette più in discussione la paternità dell'opera, dando credito alle due rubriche registrate all'inizio (f. 1r) e alla fine (f. 191v): «Commentarium in Maronem editum a Cynthio Cenetensi, in omni dicendi genere integerrimo, Spilimbergi» (entrambi gli editori scelgono però di omettere il dato topico attestato dal manoscritto); «Finis Commentarii in Maronem, editi per Cynthium Cenetensem, in omni dicendi genere integerrimum, perscripti per me Simonem Fonticulanum, cognomine Callimachum, MCCCCLXXVIII, xvii kal ianuarias, hora V noctis». Si tratta certamente di recollectae, che trattengono il dettato delle lezioni pomponiane rielaborato da C. con apporti personali e numerosi prelievi da Varrone, Ditti Cretese e Servio; anche la Vita Virgilii premessa al commento attinge copiosamente a modelli classici e umanistici (Casarsa 2006a).

 

Vita

Cinzio da Ceneda (Pietro Leoni), figlio di Giovanni di Donato, nasce a Ceneda probabilmente nel novembre del 1452, secondo l'attestazione, nell'epitafio del 1516, di Marcantonio Amalteo, il quale sostiene che C. era vissuto per 64 anni («bisque octo vixit Olympiadas»; il carme edito da G.G. Liruti 1760, I, 401); il mese invece si ricava dall'epigramma del 1487 di Girolamo Amaseo, che ricorda il suo genetliaco e quello dell'amico («Testis erit nostri natalis conscius olim/ september, sequitur quique secundus eum». Testimone, un tempo complice, del nostro compleanno sarà settembre e quel secondo mese che gli viene dietro, Casarsa 2006, 81-82). C. giunge a Roma forse poco prima del 1468 ed entra al servizio di Lorenzo Zane, presso il quale si trova ancora nel 1473, quando incontra il trevigiano Girolamo Bologni, segretario dell'arcivescovo di Spalato; in quegli anni frequenta certamente la scuola di Pomponio Leto. Nel 1477 C. si trasferisce in Friuli per assumere la cattedra della scuola di grammatica di Spilimbergo che manterrà senza intervalli fino a pochi mesi prima di morire. Si spegne poco prima del 15 agosto 1516, data in cui si registra la spesa per le pubbliche esequie.

 

Attività didattica e filologica

Maestro a tempo pieno (Casarsa 2001, 15-29), svolge solo saltuariamente l'attività di notaio e diventa una figura di riferimento nella cultura veneta. Corrispondente di Vittore Lusa e Jacopo da Porcia (Opus Iacobi comitis Purliliarum epistolarum familiarium, s.n.t. [scil. 1501], II 39 e 48; III 4 e 41), lodato da Agostino Gerolami, Giorgio Anselmi (in Delitiae I, 232) e Marcantonio Sabellico (G. Bottari in Sabellico 1999, 160-62 e nota), è compianto in numerosi epitafi inediti, fra i quali spiccano quelli di Francesco Pittiani, di Marcantonio Amalteo e del notaio udinese Antonio Belloni.

Per il suo commento all'Eneide di Virgilio, cfr. sopra ('Rapporto con Pomponio e i Pomponiani').

 

Bibliografia

Utili riferimenti all'opera in: Sabbadini 1967, 167-68; Dykmans 1987, 100-01; Lunelli 1983; Lunelli 1987, 192-95; Gioseffi 1991, 219-32; M.A. Pincelli in Phileticus 2000, XXXV e 31-32. Inoltre Basset-Delz-Dunston 1976, 398; Lunelli 1997, 1207-1032.

Per altri cenni biografici: Liruti 1760/1971, 437-441; Giraldi 1984 and 1999, 73; Bernardi 1872, 281-93; Joppi 1885, 11-13 (testamento redatto l'11 aprile 1505). Di sua mano il documento conservato nell'Archivio Statale di Treviso, Notarile, serie I, busta 300, f. 1r.

 

 

Laura Casarsa
10.11.2008

 
 
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Laura Casarsa, "Pietro Leoni (Cinzio da Ceneda)," Repertorium Pomponianum (URL: www.repertoriumpomponianum.it/pomponiani/cinzio_da_ceneda.htm,

 

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